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DUE P(a)ESI, DUE MISURE

Un ragazzo quindicenne non vaccinato, in Italia non può salire sui mezzi pubblici che lo porteranno a scuola pur avendo i genitori già pagato l'abbonamento annuale scolastico al TPL, né tanto meno potrà salire sui treni per qualsiasi destinazione senza ottemperare a costose disposizioni, quali i tamponi, con relative perdite di tempo e ulteriori spostamenti.

 

In Svizzera invece, dove ricordo per inciso che il tasso di mortalità da covid-19 è inferiore a quello italiano e le strutture sanitarie non sono impegnate in misura superiore a quelle italiane, un ragazzo della stessa età può prendere tutti i mezzi pubblici che vuole sull'intero territorio elvetico senza la richiesta di alcun lasciapassare, inoltre verrebbe incentivato all'utilizzo del trasporto pubblico, peraltro efficientissimo in un continuo sviluppo e incremento del numero di mezzi, con vantaggiosi sconti sull'abbonamento (in genere quasi a metà prezzo per i giovani dai 6 ai 24 anni). Pertanto il suo diritto allo studio non verrebbe di fatto minimamente intaccato, ostacolato o reso difficoltoso con obblighi vaccinali, o costosi tamponi e relative perdite di tempo.

 

L'Italia sembra l'unico Paese in Europa, se non al mondo che abbia istituito il green pass sul trasporto pubblico. Ho provato a fare delle ricerche in tal senso, cioè quali siano i Paesi dove vige un tale obbligo, ma il web rimane desolatamente muto, come se non prevedesse assolutamente tale bizzarra ricerca.

Resto decisamente contrario al Green pass, soprattutto per gli studenti minorenni, in quanto tale obbligo si traduce automaticamente per chi non lo possiede con l'uso dell'auto.

Barattiamo quindi una negata mobilità sostenibile con una mobilità inquinante che produce emissioni di CO2 e che aumenta il traffico e gli incidenti?

Per proteggere i ragazzi da un contestato vaccino ritenuto pericoloso e inopportuno dai loro genitori, vogliamo contribuire a danneggiare l'ambiente e lo stesso futuro di quegli stessi ragazzi che si vorrebbe tutelare?

Proprio per questo motivo sono nettamente contrario al green pass sui mezzi pubblici, a meno di conclamate e dimostrate urgenze epidemiche a livello di lockdown, ma in questo caso con precisi limiti temporali e imposti a tutti, automobilisti compresi.

 

Aggiungo un'altra fondamentale considerazione: gli studenti minorenni non decidono per se stessi, per cui non possono essere di fatto discriminati rispetto a coetanei per i quali i genitori hanno fatto altre scelte. Il diritto allo studio appartiene ai ragazzi e non può dipendere dalle decisioni dei loro genitori.

FACEBOOK (Turismo senza auto)
FACEBOOK (Turismo senza auto)

Certamente la vaccinazione è un fondamentale strumento al contrasto pandemico, i grandi numeri lo dimostrano, ma non per questo è indispensabile imporla come condizione per usufruire di servizi sociali alla base di qualunque convivenza civile e democratica. La vaccinazione di massa la si raggiunge molto meglio e senza conflitti con la persuasione, come dimostrano gli esempi della Svezia e della Danimarca, che hanno tassi di vaccinazione quasi pari ai nostri e comunque con tassi di mortalità per milione di abitanti decisamente inferiori ai nostri

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In risposta alla domanda le conclusioni riportate dalla stampa sembrano non offrire margini di dubbio, come un mantra tutti ripetono che il rimborso non sarebbe giustificato in quanto il servizio di trasporto continua ad essere offerto, occorre solamente osservare un piccola disposizione, quella del green pass.

Eppure qualcosa vi sarebbe da eccepire ma nessuno sembra farne oggetto di discussione: al momento dell'acquisto dell'abbonamento le condizioni erano del tutto diverse, solo dopo l''acquisto sono state cambiate, e ovviamente è lecito pensare che se qualcuno lo avesse saputo prima non avrebbe acquistato l'abbonamento, tanto meno un genitore lo avrebbe acquistato per i propri figli nella scelta di non vaccinarli.


Testo aggiornato e corretto 16/12/21

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