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L'Urbanistica che verrà

Sogno una nuova urbanistica, nuove città, più belle e vivibili. Credo sia un legittimo desiderio del cittadino del terzo millennio. Certamente al fine di ridurre l'inquinamento e la produzione di CO2 determinante è la riconversione energetica degli edifici e dei condomini residenziali, ma ciò che più incide sulla vivibilità e sulla bellezza di una città è la motorizzazione, perché più di ogni altro fattore ne disegna il volto stabilendo le quote di spazi pubblici dedicati alle persone e al verde. L'auto sottrae enormi spazi alle città, distruggendo anche ampie aree verdi non solo con strade e superstrade ma anche e soprattutto con parcheggi, distributori carburante, autolavaggi e altre attività.

La motorizzazione non provoca solo inquinamento, produzione di CO2, mortalità sulle strade e invalidi civili, ma ruba anche gli spazi pubblici, incidendo pesantemente sull'urbanistica di una città grazie anche al contributo della pubblica amministrazione e di cittadini silenti e compiacenti. Marciapiedi stretti e disagevoli che non vengono ampliati per non sottrarre spazio alle auto, riduzione delle aree e percorsi pedonali, appartengono tutti allo stesso capitolo. Non basta quindi ridurre il tasso di motorizzazione sviluppando contestualmente il trasporto pubblico e la ciclabilità. Non basta pensare solo ad un diverso modello di mobilità urbana, ma occorre anche mettere mano ad un diverso disegno della città.

Per rendersi conto dello spropositato spazio pubblico concesso alla motorizzazione, al punto che la città e soprattutto i nuovi quartieri periferici ne risultano completamente asserviti, basta osservare su Google Maps alcuni dei tanti quartieri periferici di Roma. Prendiamo qui ad esempio Tor Bella Monaca. Osserviamo come lo spazio dedicato all'auto è quasi sempre superiore allo spazio occupato dai relativi edifici residenziali.

I due edifici posti su via Aspertini, per esempio, hanno parcheggi auto la cui estensione supera o è almeno pari all'edificio stesso.

I due distributori di carburanti (fossili) su via di Tor Bella Monaca hanno sottratto il verde per un complessivo di circa 9.000 m², mentre la superficie occupata dai parcheggi auto di uno dei due edifici condominiali è di 4.500 m², cioè superiore a quella occupata dall'edificio stesso. Se poi consideriamo che ogni auto richiede altri 3-5 parcheggi auto per le varie abituali destinazioni: lavoro, supermercato, ecc. Il conto del disastro ambientale e urbanistico è presto fatto.

Perché avviene tutto questo? Perché non si afferma una nuova visione che dia respiro alle città? 

Semplice, avevo già detto in altre occasioni che la triangolazione tra motorizzazione, politica e cittadini è perfetta, soprattutto fra i romani.

Torniamo questa volta verso il centro, nel Rione Monti dove si era prospettata un'isola pedonale, un'isola che resterà sommersa dall'inarrestabile marea della motorizzazione, in questo caso sono bastati un gruppo di cittadini e il Consiglio di Stato.

 

Enrico Stafàno:

«Leggo di alcuni residenti che esultano per la vittoria al Consiglio Di Stato che blocca il progetto di isola Ambientale al Rione Monti.
C'è poco da esultare, è una sconfitta per tutti.
Il progetto di Isola Ambientale (che molti continuano a limitare alla sola pedonalizzazione di via Urbana) avrebbe portato qualità, decoro, sicurezza al Rione.
Prevedeva infatti l'eliminazione del pesante traffico di attraversamento con un sistema di varchi (molti oggi infatti, provenienti da via Nazionale/L.go Magnanapoli "tagliano" per Monti e via dei Serpenti per raggiungere P.zza Vittorio e Porta Maggiore).
Avrebbe portato maggiore vivibilità a via dei Serpenti.
Oggi se io voglio andare con mio figlio con il passeggino a via dei Serpenti devo camminare in mezzo alla strada, poiché il marciapiede è inesistente. E quindi potrei evitare di farlo e andare altrove.
Al contrario eliminare un po' di sosta (soprattutto quella illegale riducendo lo spazio fisico per poter commettere una infrazione) per allargare il marciapiede e consentire a chiunque (anche e soprattutto romani e famiglie) di fare una sana passeggiata ammirando uno spazio unico, avrebbe aiutato a ridurre quella "turistificazione" e "movidizzazione" che i residenti pensano invece di "combattere" mantenendo le auto ovunque.
E' esattamente il contrario.
Ancora erano stati riorganizzati gli spazi di sosta e di carico e scarico merci, contemperando le esigenze di tutti e riservando anche numerosi stalli per i residenti su via Cavour e via Milano.
Infine, c'erano le pedonalizzazioni tanto avversate di via Madonna dei Monti e via Urbana, ma come descritto, all'interno di una visione ampia e omogenea.
Sugli effetti positivi, anche dal punto di vista economico, che la riduzione della congestione e le pedonalizzazioni portano ho sempre elencato una serie infinita di esempi e studi che evito di ripetere.
È facile intuire quindi anche qui cosa avrebbe significato per i valori immobiliari o il commercio e artigianato di qualità questo progetto.
Un peccato davvero, l'ennesima occasione sprecata per la nostra città.»

Roma: Rione Monti, ai romani piace come nella seconda immagine
Roma: Rione Monti, ai romani piace come nella seconda immagine

Come uscirne? Come immaginare i nostri spostamenti in modo eco-sostenibile? Come fare la spesa? Accompagnare i figli? Come ridisegnare una città rimodellandone anche gli orari e tempi di lavoro e di scuola? Se mi dite che l'unica soluzione è la bici, siamo fuori strada. Certe distanze, certi orari di lavoro come i turni notturni degli infermieri, richiedono ben altro. Ho fame di soluzioni, di una nuova urbanistica che dia respiro e futuro alle città del terzo millennio, ma raramente trovo risposte a questo tema che resta estraneo al pubblico dibattito e all'attenzione dei cittadini. Aspetto l'urbanistica che verrà, a patto che qualcuno la chiami, ma difficilmente saranno i romani.

Nota:

per spazi rubati non si intende di certo l'aspetto legale, ma esclusivamente ecologico, spazi rubati al verde.

Da un punto di vista urbanistico e ammininistrativo possiamo solo ricordare che Roma ha aderito alla dimenticata Carta di Aalborg.

Se si ritiene che qualcuna delle immagini violi la privacy, segnalatelo, verranno prontamente rimosse.

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