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Una lettera all'Italia

Se la proposta e l'impegno della lettera all'Italia, "Ritorno al Futuro" di FFF, fosse un sogno coltivato e condiviso dalla maggior parte degli italiani, già si vedrebbero i primi segnali di questo fermento innovatore e di speranza. Le città sarebbero i primi laboratori a sperimentare la transizione ecologica con cantieri di idee, progetti e proposte in quanto è in esse che si concentra la maggior parte della popolazione e pertanto anche tutte le sfide della sostenibilità, del benessere sociale, dell'equità e della bellezza sono in esse concentrate.

Intanto dal mio osservatorio urbano potrei assistere sicuramente allo smantellamento del distributore di carburanti fossili con metano e gpl adiacente alla mia abitazione o alla sua riconversione ecologica o semplicemente il verde potrà riprendersi i suoi spazi rubati dal cemento, come a Chernobyl.

Vedrei poche auto in circolazione perché il loro uso verrebbe dissuaso e soprattutto non le vedrei correre rumorosamente e pericolosamente perché 30 km/ora sarebbe il limite di velocità imposto non al solo centro, ma a tutta l'area urbana fine alle estreme periferie. Potrebbero usarle solo alcune determinate categorie di lavoratori e professionisti tra le quali medici e infermieri oppure con budget chilometrici concordati. Le fermate urbane del TPL prossime alla mia abitazione sarebbero razionalizzate e per esempio non sarei costretto a correre verso la fermata del primo bus in arrivo tra due fermate poste a 110 metri di distanza dove fermano bus di linee diverse che potrebbero essere invece riunite presso un'unica fermata a vantaggio di un efficiente sistema integrato di trasporto pubblico.

Vedrei l'immediata ripresa dei lavori di allargamento del marciapiede sottocasa che vent'anni fa vennero interrotti e abbandonati per la solita protesta dei negozianti, i quali forse oggi avrebbero opinioni diverse.

Il comune o il municipio busserebbero alle nostre porte offrendoci delle soluzioni compartecipate di riconversione ecologica dei nostri edifici residenziali proponendoci precisi progetti per l'abbandono delle caldaie a gas (anche per gli edifici condominiali con impianti autonomi, per esempio sostituendole con caldaie ioniche o idrosoniche) e per la produzione di elettricità mediante il fotovoltaico. 

Anche se il Comune o il Municipio non si attivassero di propria iniziativa verso i cittadini, o almeno in attesa che lo facciano, potrei comunque vedere istituito quell'eco-sportello aperto al cittadino a fini consultivi che ho sempre sognato.

Gli stessi distributori di carburante potrei vederli riconvertiti in parte a verde, in parte a fotovoltaico per il quartiere, in parte per colonnine di ricarica per veicoli elettrici.

Le notizie che mi arriverebbero sulle riaperture dei cantieri delle opere pubbliche non riguarderanno le autostrade, quei cantieri che piacciono tanto a Luttwak, ma finalmente sentirò di cantieri aperti sulle ferrovie regionali come per esempio il raddoppio o variante di tracciato della Roma-Pescara, con la Roma-Avezzano velocizzata e opportunamente integrata con i bus regionali che collegano al Parco Nazionale d'Abruzzo, una delle tante risorse turistiche che si riattiveranno nella fase 3.

Tornando all'osservatorio romano, sempre il Comune o il Municipio ci verrebbe a proporre soluzioni per la custodia delle bici, creando ove possibile ricoveri custoditi, oppure anche nei parcheggi e giardini condominiali con agevolazioni e incentivi. A chi possiede l'abbonamento annuale al trasporto pubblico dovrebbero essere estese agevolazioni particolari.

Insomma le città diventerebbero veri laboratori di futuro con idee, progetti e proposte, stimolando la comune partecipazione e moltiplicando le occasioni di lavoro.

Gli interessi economici comincerebbero sempre di più a coincidere con quelli dell'interesse comune, del nostro futuro, del futuro dei nostri figli e nipoti che potranno avere verso il mondo una visione più serena e ottimista riacquistando quella fiducia che stavano perdendo. Le città diventeranno laboratorio di Civiltà e di Bellezza raccogliendo la sfida del terzo millennio e l'uomo sarà finalmente libero e liberato, consapevole di vivere in un pianeta dalle risorse finite, dove non ci saranno più spazi per le guerre e per le spese militari dettate dagli appetiti imperialisti. La riconversione ecologica è essenzialmente una riconversione economica e politica che si libera di quella visione del mondo dove al centro si era messo il profitto, la crescita infinita del Pil, il dominio delle fonti energetiche fossili in una guerra dove i vincitori saranno i primi perdenti.  

Finché si continueranno a costruire gli F35, finché la finanza dominerà la politica e l'economia, finché gli ospedali verranno chiamati Aziende, finché ogni minuto nel mondo cinque bambini muoiono di fame, finché profughi di guerra e ambientali continueranno a bussare alle porte chiuse del primo mondo, non vi potrà essere una riconversione ecologica. 

 

Cara Italia, si, fammi sognare,

ma soprattutto fai sognare i nostri giovani,

ritorna quel faro di civiltà riacquistando autorevolezza,

prestigio e ammirazione in un mondo angosciato

dall'incerto futuro.

Sprigiona luce e bellezza

dal tuo cuore e dal tuo ingegno!

Voglio essere ottimista e ti aspetto

anche se finora non ho visto nessun segnale,

neanche qui, nel mio quartiere,

in una anonima periferia romana.

Per l'occasione ho riscritto quell'appello rivolto lo scorso settembre alla Politica, quando ancora il Covid-19 non si era presentato, così alla buona e senza pretese:

Politica alta e nobile

liberati dalla pesante zavorra umana,

liberati e liberaci

dalle angosce di un mondo cupo,

ingiusto, squilibrato,

in fiamme,

divorato da una fame insaziabile

mentre si muore di fame

o si annega nel mare

alla ricerca di una sponda di vita.

Facci sognare e volare

in cieli limpidi

tra nuvole di gocce d'acqua pura,

nel vento della pace,

nella ritrovata giustizia.

Ascolta il cuore della Terra!

Con il verde delle foreste,

con l'arcobaleno dei fiori,

con l'azzurro delle acque 

disegniamo un mondo vivibile,

bello come un giardino

dove tutti i bambini

possano ritrovare un sorriso

e una speranza,

colori di perdute e nuove stagioni.

Politica alta e nobile

fatti attraversare dai nostri sogni

e non restare solo un sogno

 nell'isola non trovata.

Aggiornamento:

È recente la notizia dell'AV a Frosinone, un progetto che rientra nel rilancio turistico della Regione Lazio e del Gruppo FS Italiane, benissimo, ma allora perché non pensare a velocizzare e ristrutturare la storica ferrovia Roccasecca-Avezzano permettendo così anche dal Frusinate di raggiungere il Parco Nazionale d'Abruzzo con il trasporto pubblico?

Ecco Genova, ecco l'Italia, ecco i segnali, ecco le scelte:

Aggiornato

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Commenti: 1
  • #1

    pablo (martedì, 28 aprile 2020 06:28)

    Ben scritto!