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Consapevolezze e scelte in tema di mobilità

Aggiornato 25/5/20

Un percorso tra le luci (poche) e le ombre (molte) della Storia della Mobilità e dei Trasporti

In sintesi potrei dire che dall'uscita del libro di H. Jeffa "L'imperialismo dell'auto" del 2004 alle recenti esternazioni del neo presidente della regione Piemonte si può misurare ed apprezzare l'evoluzione culturale della nostra classe politica e dirigenziale, la stessa che dovrebbe affrontare l'emergenza climatica.

 

Quello che continuo a vedere al fondo della questione mobilità è la triangolazione dominante tra classe politica - industria automobilistica - cittadini che impedisce lo sviluppo del trasporto pubblico mentre manca una risposta politica capace di reagire assumendo la sistematicità di tale questione in una inscindibile proposta di sviluppo sostenibile nella piena consapevolezza dell'emergenza climatica.

 

Ripercorro alcuni punti simbolici nella storia della mobilità e dei trasporti:

  • 1925: Mussolini «Voi toglierete dalle strade monumentali di Roma la stolta contaminazione tranviaria, ma darete modernissimi mezzi di comunicazione alle nuove città che sorgeranno, ad anello, intorno alla antica.»
  • 1939: «Una politica del motore è in corso in Italia, la Fiat Mirafiori assicurerà all’Italia fascista una nuova definitiva conquista” (Benito Mussolini e Agnelli)
  • 1936-1950: Cospirazione della General Motors negli Stati Uniti.
  • 1951: «Il mio impegno è per la vittoria della strada sulla rotaia» (G. Togni)
  • 1962: PRG di Roma 1962 che esplicitamente dichiara di voler favorire la motorizzazione privata a discapito di quella collettiva: "Da un punto di vista generale è stato osservato che i trasporti pubblici collettivi tendono di solito ad essere sempre meno intensamente utilizzati dai cittadini i quali manifestano invece una spiccata preferenza per i trasporti individuali motorizzati, come dimostrano le ben note statistiche sullo sviluppo della motorizzazione. Pertanto nel piano regolatore di una moderna città, proiettato nell’avvenire per alcuni decenni, il problema fondamentale dei trasporti risulta essere quello di tener conto e favorire lo sviluppo della motorizzazione.”
  • 1964; Smantellamento della storica ferrovia delle Dolomiti
  • 1967: «Bisogna adattare le città alle auto, e non viceversa» (Pompidou)
  • 2004: tra le poche luci in tanto buio esce il libro di H. Jaffe "L'imperialismo dell'auto" che con lucida chiarezza ci informa come «per favorire lo sviluppo dell'industria auto-petrolio non si è dato corso allo sviluppo delle ferrovie e del trasporto pubblico».
  • 2019Le recenti affermazioni del neo presidente della regione Piemonte (A. Cirio) in perfetta continuità con le sciagurate insostenibili visioni della mobilità autocentrica: «Mi sembra sinceramente un paradosso l’idea che nella città dell’auto si concedano incentivi a chi rottama la propria macchina, non ne compra una nuova e sceglie di usare il pullman. Con tutto il rispetto, è assurdo. Le istituzioni sono impegnate su tutti i fronti per favorire la permanenza dell’industria dell’auto nel nostro territorio e poi diamo un bonus a chi boicotta la filiera? Io vorrei che ogni piemontese avesse una macchina, pulita e non inquinante, ma ne avesse una».
  • 2019: L'evento del Motor Show a Torino salutato come una risposta alla mobilità del futuro e occasione di lavoro e sviluppo.
  • 2019: La classe dirigente e politica del Lombardo-Veneto che esulta per l'assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano e Cortina continua a ignorare che la neve fondamentale all'evento sarà con tutta probabilità, dati i cambiamenti climatici in atto, in gran parte artificiale e quindi con enormi consumi idrici. Trascurando poi il fatto, e nessuno ne parla o lo fa notare, che Cortina è stata privata della storica ferrovia delle dolomiti la quale nelle olimpiadi invernali del 56 svolse un ruolo fondamentale per alleggerire il traffico veicolare sull'Alemagna arrivando a trasportare fino a 7.000 passeggeri al giorno nella Conca Ampezzana (Wikipedia), mentre la nuova ferrovia delle dolomiti resta nel cassetto dei sogni.
  • 2020: Il sostegno bancario, con garanzie dello Stato, all'Automotive ritenuta fondamentale nella strategia industriale italiana, qui una panoramica.

 

Modificato 24/5/20

Se questa è la situazione politico-culturale possiamo ben sperare in città più vivibili, nella mobilità sostenibile e nella capacità sociale e politica di affrontare i cambiamenti climatici.

Insomma quello che continua a fare da migliore sponda all'inefficienza del trasporto pubblico continua ad essere l'abuso della motorizzazione privata sostenuto dalla politica. Il problema resta per me di natura essenzialmente politica e culturale. Non vedo all'orizzonte nessuna forza politica capace con autorevolezza di sostenere la sfida globale a questo modello stigmatizzando puntualmente e prontamente esternazioni del tipo di A. Cirio. Non bastano le sole scontate reazioni delle associazioni ambientaliste, occorre l'organicità delle risposte politiche.

Il problema della mobilità non lo vedo confinato in se stesso, l'urgenza dello sviluppo del trasporto pubblico non si riduce ad una competizione con il trasporto privato ma è innanzitutto una emergenza ecologica e ambientale da affrontare politicamente all'interno di un nuovo modello progettuale di sviluppo economico, sociale e civile.

Intanto ho firmato la petizione affinché Roma dichiari l'emergenza climatica.

Nota di aggiornamento (25/5/20):

Vi sono attualmente alcune forze politiche, tra le quali Verdi e Sinistra Italiana, che tentano di assumere l'urgenza della questione climatico-ambientale nell'organicità delle loro proposte politiche. 

PARADOSSI DELLA STORIA:

"Anche il grande rivoluzionario Leon Trotsky idoleggiava la macchina come forza libertaria, mentre Wiston Churchill, il grande reazionario, scriveva: «Ho sempre pensato che la sostituzione del cavallo con il motore a combustione interna sia una triste pietra miliare nel progresso del genere umano»".

Tratto dall'Imperialismo dell'auto di H: Jaffe.

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