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Spunti di riflessione

Riapro qui una discussione/confronto sui temi della mobilità che ha trovato molta partecipazione sul precedente post, ma che a mio parere si stava richiudendo nella sola trattazione del TPL trascurando temi che su altri orizzonti TsA tenta di porre all'attenzione.

Innegabile il fatto (quotidiano) che una mobilità che vuole essere alternativa all'auto deve per prima cosa dare risposte convincenti alla massa di pendolari che si muovono in direzioni sia radiali che tangenziali nelle aree urbane come anche in spostamenti tra la provincia o regione e la città affinché possa ambire a estendersi senza soluzioni di continuità in ambiti turistici creando insomma le precondizioni per una scelta a favore del trasporto pubblico in tutte le occasioni.

Proprio Domenica su RAI3 (Kilimangiaro) sono stati intervistati i sindaci di Milano e Parigi per i quali la mobilità è la priorità che giganteggia nell'agenda delle città, essendo strettamente connessa alla vivibilità e alla salute. Le soluzioni proposte sono condivise nel prolungamento delle metro oltre le periferie e comunque in un valido trasporto pubblico in grado di ridurre il tasso di motorizzazione e la congestione veicolare. Nella trasmissione si è poi parlato delle megalopoli come quelle asiatiche con 20-30 milioni di abitanti nelle quali è noto il problema ambientale causato dal traffico veicolare. Successivamente, sempre nella stessa trasmissione, è stato osservato che il nostro Paese a livello urbanistico e territoriale si presenta come una rete di città ...e allora (aggiungo) chi meglio del trasporto ferroviario può metterle in connessione all'uscita dal TPL?

Apprezzo l'analisi fatta sui rapporti costi/ricavi delle varie modalità ma secondo me l'urgenza di una mobilità alternativa all'uso/abuso dell'auto è fondamentale a prescindere da queste argomentazioni ragionieristiche.

Come ho già sostenuto credo che nelle megalopoli sia improponibile un modello di mobilità basato sull'auto per considerazioni esclusivamente ecologiche, occupazione di suolo e di vivibilità. I problemi dello sprawl suburbano non devono costituire l'alibi per rinunciare al trasporto pubblico.

Allo stesso modo 5-6 miliardi di autovetture sono improponibili e insostenibili, secondo me, per il pianeta.

L'auto presenta esternalità che come ha giustamento osservato Alfredo Giordani, con cui mi trovo in piena sintonia, non vengono tenute in debito conto. Ci sono poi da aggiungere i costi che deve affrontare il cittadino se l'auto è di proprietà e ci sono anche gli incidenti con costi di vite umane.

L'auto potrebbe essere sostenibile se usata da pochi per i quali le esternalità negative vengono compensate dai molti che vi rinunciano. Non può essere un modello di massa, ma questi rapporti chi li stabilirebbe? Il mercato?

Langer osservò che la conversione ecologica (ed io aggiungo alla mobilità sostenibile alternativa all'automobile) può avvenire in una società quando diventa desiderabile per la maggioranza dei cittadini. Ecco allora il ruolo della politica, dei cittadini, delle campagne pubblicitarie (non quelle a tutta benza) e di educazione che non devono limitarsi ad accettare inconfutabilmente le tendenze in atto ma al contrario modificarle con processi di backcasting anziché forecasting.

In un precedente post avevo forse banalizzato la questione con le due visioni della mobilità e relative infrastrutture: mobilità e infrastrutture di tipo 1 e mobilità e infrastrutture di tipo 2.

Francesco Ramella parlava di "una crescita economica che ogni anno rende possibile a qualche milione di persone di avere ACCESSO all'auto" io al contrario penso che la crescita economica e culturale funzionale ad una maggiore vivibilità e sicurezza dovrebbe permettere l'ACCESSO ad una mobilità garantita a tutti a prescindere dal possesso dell'auto e della patente (anche quest'ultima costa).

Rivolgo, se me lo concedete, alcune domande ai partecipanti del precedente post:

1. Come vi ponete rispetto al mio assunto che la mobilità nelle aree urbane dovrebbe essere garantita a prescindere dal possesso dell'auto e della patente in riferimento a itinerari casa-lavoro, studio, svago e turismo?

2. Cosa pensate dell'idea di promuovere turisticamente quelle località (nel sito di TsA in classe AA) che incentivano e rendono possibile ai turisti arrivarvi e muoversi senza far ricorso all'auto, tipo Renon o Alpine Pearl con tessere mobilità gratuite o a pagamento? Proposte di questo tipo possono estendersi ad altre località o regioni italiane?

3. La regione più verde d'Europa e con un grande potenziale turistico si deve convertire alle autostrade e ai bus abbandonando progetti ferroviari contenuti nel Masterplan?

4. Sul caso concreto della Roma-Pescara come vi ponete rispetto al progetto di una sua velocizzazione in funzione anche turistica con adeguati scambi modali ad Avezzano con i bus diretti al Parco Nazionale d'Abruzzo in una logica di integrazione ferro-gomma?

5. Il progetto della ferrovia delle dolomiti è da sostenere?

6. Recentemente si è tenuto a Bologna il raduno delle Famiglie Senza Auto che si stanno organizzando con precise richieste rivolte ai ministri Costa e Toninelli, qual'è la vostra posizione?

https://www.ilfattoquotidiano.it/…/famiglie-senzau…/4432425/

7. Qual'è la vostra posizione sulla limitazione del traffico dei TIR al Brennero imposta e sostenuta dall'Austria?

Forse troppe domande che abuseranno della vostra pazienza ma certamente le risposte non potranno che arricchire il dibattito e il confronto nell'interesse spero di tutti.

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