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L'economia politica della dipendenza dall'automobile

Tutti sappiamo che "Il Tempo" è un giornale romano di destra e come tale non ha certo in simpatia la mobilità sostenibile, la ciclabilità, il trasporto pubblico, la riduzione del numero delle auto, ma a tutto c'è un limite:

"Unica cosa sicura è essere accompagnati dai genitori a scuola in automobile."

Ecco come la Pandemia viene strumentalmente utilizzata dalle forze reazionarie, nostre avversarie, per riproporre il loro modello fallimentare.

Tutto il mio sostegno, in questo caso, alla sindaca Raggi!

La mentalità, il mondo antropologico, l'animus alla base di questo articolo non hanno nulla a che fare con la Transizione ecologica, la stessa che ci dovrebbe portare a disegnare città più vivibili, resilienti, sicure e sostenibili, questo dobbiamo ribadirlo con forza e chiarezza. Non è in questo modo che usciamo dalla crisi pandemica migliori di come ne siamo entrati. Altrimenti è come non aver capito nulla e non averne tratto alcuna lezione.

Ho un nipote quattordicenne che utilizza regolarmente il TPL per recarsi a scuola usufruendo dell'abbonamento agevolato riservato agli studenti. L'unica cosa da chiedere alle pubbliche amministrazioni è il concreto impegno al miglioramento del trasporto pubblico contestualmente a similari provvedimenti di pedonalizzazione delle strade.

Bozza di una mail da inviare al quotidiano "Il Tempo". Questo uno degli indirizzi mail: redazione.web@iltempo.it

 

Le Famiglie senz'auto in rappresentanza di quanti si impegnano per città più vivibili, resilienti, sicure e sostenibili, esprimono tutto il loro sdegno e disapprovazione per l'articolo "Scuola, stop alle auto. Il piano folle di Virginia Raggi: cinquanta vie di Roma diventano pedonali" del 16 aprile 2021 la cui migliore sintesi la ritroviamo nella frase "Unica cosa sicura è essere accompagnati dai genitori a scuola in automobile."

Al contrario l'uso dell'auto va dissuaso, disincentivato e ridotto reclamando al contempo migliori servizi di trasporto pubblico come ampiamente maturato nella coscienza collettiva delle più evolute città europee nelle quali i tassi di motorizzazione come anche i livelli di inquinamento e i numeri delle vittime stradali sono nettamente inferiori ai nostri.

Non è nella direzione irresponsabile, miope e autocentrica indicata dal vostro articolo che si affronta la Transizione ecologica con città capaci di sostenere le sfide del terzo millennio.

Sfruttare strumentalmente la Pandemia per riproporre fallimentari e insostenibili modelli di mobilità non è da cittadini e giornalisti responsabili, illuminati e illuminanti. Non è in questo modo che usciamo dalla crisi pandemica migliori di come ne siamo entrati. Altrimenti è come non aver capito nulla e non averne tratto alcuna lezione.


Di seguito un estratto del sesto capitolo dello studio "L'economia politica della dipendenza dall'automobile" interamente leggibile in italiano al link "PDF" di seguito riportato. Il documento originale in inglese è stato tradotto da Marco Pierfranceschi che si ringrazia.

 

"Gli enti culturali che hanno concorso all’avvento dell'auto privata, conferendole uno status iconico in tutto il mondo, sono risultati fondamentali per lo sviluppo di sistemi di mobilità dipendenti dalle automobili, ed appaiono strettamente intrecciati con tutti gli altri elementi del sistema. Queste realtà esercitano una profonda influenza sulle scelte e sui comportamenti delle persone, ad esempio incoraggiandole a scegliere di viaggiare in auto anche se sono disponibili altre opzioni, e nonostante queste opzioni possano risultare più vantaggiose in termini di prezzo, convenienza o impatto sociale e ambientale. Ciò significa, tra l'altro, che molti automobilisti continuano a guidare quotidianamente i propri veicoli nonostante vivano in città con sistemi di trasporto pubblico funzionanti, aree pedonali e reti di piste ciclabili. Ciò crea un’ulteriore ventaglio di ostacoli politici, che contrastano gli sforzi per fornire alternative all'utilizzo delle automobili e tendono a crescere quanto più è dominante l'utilizzo di autovetture in una data area. È quindi necessario considerare attentamente questi enti di promozione della "cultura dell’automobile", al fine di ottenere una comprensione integrata dello sviluppo della dipendenza dalle auto nei sistemi di mobilità."

Tradotto in italiano
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