Le città autocentriche sono figlie di una visione e di una mentalità autocentrica. Perché non proporre una tassa sull'occupazione di suolo (a prescindere da suolo pubblico o privato, in quanto sempre di una superficie del nostro pianeta si tratta) per le auto che superano una certa stazza o proporzionalmente alla stessa?
Una tassa annuale, anche modesta, ma altamente simbolica della responsabilità umana verso l'ambiente, verso la nostra casa comune. Quella casa comune che dovremmo coltivare come un giardino per la next generation.
Quella mucca a quattro ruote nel corridoio, nell'ambiente urbano, sta diventando troppo ingombrante per essere ignorata e merita una adeguata risposta dall'uomo del terzo millennio, dall'uomo post covid.
Alle improvvide decisioni della giunta regionale emiliana, con investimenti su strade e autostrade (vedasi E55), dove la mucca di Bersani, come avevo già detto, non è più a quattro zampe, ma a quattro ruote, foraggiata dall'ENI e libera al pascolo sulle autostrade e nei "recinti urbani di allevamento intensivo", fa eco la regione LAZIO che dà il via libera al disboscamento di ampie zone montane per ampliare l'offerta sciistica del comprensorio del Monte Terminillo, il monte di Roma, con nuove piste e tre invasi per l'innevamento artificiale per complessivi 136mila metri cubi. Naturalmente ci si andrà con l'auto per completare il quadretto ecologico, come del resto avvenuto sul Monte Amiata in Toscana, dove alle anomale nevicate, sempre per effetto del riscaldamento climatico (al quale l'auto non è certamente estranea contribuendovi in gran parte), si risponde con chilometriche, sagge e liberatorie, file di auto. E VAI ITALIA, gloriosa del tuo primato di Paese più motorizzato d'Europa!
L'attuale Bollo Auto sembra parametrato unicamente sul livello di inquinamento prodotto,
non tenendo invece minimamente conto della superficie di suolo occupata e sottratta alla collettività.
Si potrebbe pertanto aggiungere questo parametro all'interno del Bollo Auto stesso.
Modificato e aggiornato
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